Paziente attesa

di Annie M. Knott dal Christian Science Sentinel del 24 Aprile 1915

Una delle lezioni più difficili dell’umanità, dall’infanzia insu, è di aspettare pazientemente ogni bene desiderato. ogni bambino è rumoroso nel pretendere ciò che desidera e non ammette ritardo, ma con la disciplina degli anni e l’esperienza, l’adulto trova che deve aspettare per ottenere ciò che vuole, lo voglia o no, malgrado spesso lo faccia non di buon animo. In molti casi, ahimé, “speranza differita fa languire il cuore” e la delusione prende il posto del desiderio: ma ciò non può mai succedere se noi “affidiamo i nostri desideri a Dio, affinché vengano modellati ed elevati prima di prendere forma in parole e azioni” (Scienza e Salute pg. 1). Se aspettiamo pazientemente Dio e acquisiamo un senso più chiaro della volontà divina, il nostro desiderio purificato crescerà raggiante di fede, speranza, fiducia, perché il bene che Dio ha in serbo per noi è molto al di là di ogni senso mortale del bene stesso. Vale sicuramente la pena di aspettare “le cose che dio ha preparato per quelli che lo amano”.

In tempi antichi Giacobbe dichiarò, proprio prima della sua partenza: “Ho aspettato la tua salvezza, o Signore”, e subito dopo l’alba della Cristianità Paolo scrisse ai Tessalonicesi: “Il Signore dirige i vostri cuori verso l’amore di Dio e verso la paziente attesa del Cristo”. Quando l’onnipresenza del Cristo è realizzata, noi abbiamo la salvezza ed è bene ricordare che questo significa la salute della mente e del corpo. Giacobbe colse barlumi gloriosi (Scienza e Salute , pag.333) della salvezza che aspettava. Dopo la sua lotta al Peniel, quando il senso spirituale trionfò, la lunga contesa tra suo fratello e lui fu guarita, e non fu questa piccola meraviglia, per la quale l’angelo gli disse: “Come un principe tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto”?

Ci sono voluti lunghi anni d’attesa affinché i fratelli fossero pronti per questo trionfo di Verità e di Amore, ma quando arrivò questo momento non ci fu più attaccamento egoistico ai beni materiali, ma il dare principesco: poiché solo il bene, il riflesso dell’Amore, fu visto come essere di maggior peso che i beni materiali. Più tardi Giacobbe aspettò più di vent’anni in pena, perché credeva che Giuseppe fosse morto e quando alla fine l gioia albeggiò su di lui, pensò che fosse troppo bello per essere vero. Ma siccome la cecità mortale non può oscurare il senso spirituale, Giuseppe gli fu restituito e perfino così nobile che anche la sua alta condizione sociale impallidiva davanti ai suoi risultati spirituali. In Giuseppe vediamo un bell’esempio di “un affetto puro che benedice i suoi nemici” (Scienza e Salute pag.589) ed i suoi anni passati ad aspettare, anche quelli passati in prigione, scontando una sentenza ingiusta, non furono persi, poiché una splendida natura umana stava per schiudersi ed essere pronta al più alto servizio degli uomini e delle azioni.

Qualcuno potrebbe chiedere ora se è necessario aspettare anni per guarire nella Christian Science. Una tale domanda potrebbe presumere che la malattia e il peccato posseggano, perlomeno in qualche estensione dei termini, realtà e identità, ma questo è un errore. Molti malanni sono dovuti alle paure inculcate nell’infanzia e coltivate assiduamente nello scorrere degli anni, attraverso una credenza prevalente nelle leggi della malattia, erroneamente chiamate leggi della salute. Il vero problema dell’umanità sta nel provare che l’uomo come somiglianza di Dio è spirituale e governato dalla legge spirituale. Se accettiamo le dimostrazioni di Cristo Gesù, non possiamo negare la correttezza di questa affermazione, specialmente perché il ministero della Christian Science ne sta moltiplicando le prove giornalmente in misura crescente.

Come ha dichiarato il Maestro, la Verità rende liberi e la Verità non è condizionata da alcun elemento temporale. Dio, comunque, domanda fede, poiché la Bibbia dice che “senza fede è impossibile piacere a Lui”. La Verità domanda anche purezza e amore e perdono, e poiché questi sembrano crescere molto lentamente nel suolo della credenza materiale, noi dobbiamo aspettare, non pigramente ma pazientemente, la visita dell’Amore divino per lo schiudersi delle qualità spirituali che collegano l’uomo coscientemente alla sua origine divina. Quindi mentre noi impariamo ad aspettare, il senso del soffrire sparisce e in accordo con la promessa rinnoviamo la nostra forza, per alla fine “alzarci in volo come aquile”, non più deboli e stanchi.