Riflessioni condivise

Per progredire, lasciate che Dio vi guidi

Barbara Vining con contributi di Chet Manchester

Da L’Araldo della Scienza Cristiana – 7 settembre 2022

Originariamente pubblicato sul numero di Agosto 2014 de The Christian Science Journal


Conversazione tra Chet Manchester, Co-Amministratore del Consiglio per le Conferenze della Scienza Cristiana e Barbara Vining, Practitioner e Insegnante della Scienza Cristiana che vive a Toledo, nello Stato dell’Ohio. Barbara è anche stata Conferenziera della Scienza Cristiana.

Parlaci dell’ispirazione che sta dietro all’idea di lasciare che sia Dio a guidare il nostro progresso.

Lavorando con i pazienti, mi accorgo spesso che sono talmente preoccupati dal loro modo di agire che non li sento parlare molto di Dio. Nel secondo volume di We Knew Mary Baker Eddy [Abbiamo conosciuto Mary Baker Eddy], Edizione Ampliata, nelle reminiscenze di William Rathvon, ho trovato quest’affermazione di Mary Baker Eddy ai collaboratori che vivevano con lei: «Sono diversa dagli altri mortali sotto molti aspetti, e uno di questi è che più frequentemente lascio il campo libero a Dio» (pag. 531).

Penso che questo sia grandioso, perché dobbiamo lasciare che sia Dio a guidarci. È Dio che ispira il nostro pensiero? È l’amore per Lui che ispira il pensiero? Spesso chiedo al paziente: «Vuoi mettere il tuo amore per Dio davanti a ogni cosa?» E magari mi risponde: «Non credo di sapere come si fa». E quindi, condivido—e nutro in me stessa—un senso di amore attivo per Dio. È facile dire: «O sì, amo Dio», ma ad amarlo attivamente, come si fa? 

È una caratteristica profonda che troviamo in tutti i personaggi biblici. Avevano una loro relazione con Dio.

La comunione con Dio è continua, è una costante. Mary Baker Eddy era permanentemente in comunione con Dio ed è per questo che fu in grado di guarire come fece, perché Dio e amare Dio costituivano tutto per lei. Ultimamente quest’idea tratta dal libro di Mary Baker Eddy Scienza e Salute con Chiave delle Scritture mi accompagna: «Per accertare il nostro progresso, dobbiamo comprendere dove sono riposti i nostri affetti e chi riconosciamo e obbediamo come Dio. Se l’Amore divino sta divenendo per noi più vicino, più caro e più reale, allora la materia sta arrendendosi allo Spirito. Gli scopi che perseguiamo e lo spirito che manifestiamo rivelano il nostro punto di vista e mostrano ciò che stiamo conquistando» (pag. 239).

In questo paragrafo ci sono tre frasi basilari, ma è quella in mezzo a cui ho pensato più spesso: «Se l’Amore divino sta divenendo per noi più vicino, più caro e più reale, allora la materia sta arrendendosi allo Spirito». Per me, significa cambiare la direzione del pensiero passando dalla preoccupazione per i problemi fisici o relazionali, o per come progredisce la chiesa e via discorrendo, alla domanda: «L’Amore divino sta divenendo per noi più vicino, più caro e più reale»? Allora la materia incomincia a cedere perché la consapevolezza umana sta cedendo il passo a Dio, all’amore di Dio. Chi studia la Scienza Cristiana da molto tempo avrà letto questo passo tante volte, ma è meraviglioso custodirlo amorevolmente. Che significa, per esempio, sapere dove sono riposti i nostri affetti?

Chi amiamo? Cosa amiamo?

Diciamo di amare Dio, ma Lo mettiamo davvero in cima alla lista? Come disse Gesù—e questo racchiude l’intero concetto: «… cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte» (Matteo 6:33). Quindi dobbiamo lavorare mentalmente e quotidianamente per mettere Dio al primo posto e ridimensionare la portata di tale compito, cosicché non appaia come «un’impresa troppo grande». Oggi stesso, per esempio, andare al cinema è più importante per me che amare Dio? Posso unire le due cose? Posso andare al cinema per glorificare Dio, e come posso farlo? Cercando la bontà in ciò che mi viene trasmesso, anche fosse un film d’azione.

Qual è lo scopo della mia giornata? Quello di glorificare Dio?

Si tratta solo di essere consapevoli di Dio, facendosi da parte senza intralciarLo, come ci dice Mary Baker Eddy, e mettendo a tacere tutti quei «Ma che faccio se succede questo o quello…..? Cosa sta succedendo qui?» Calmiamoci e teniamo a cuore la consapevolezza delle idee spirituali, delle cose semplici della vita di tutti i giorni. Non troppo tempo fa ho detto a un mio paziente: «Magari potresti provare a fare qualcosa di semplice. Se amiamo Dio, amiamo anche l’uomo. E allora sviluppiamo piccoli modi per vedere dove sono riposti i nostri affetti e cosa pensiamo di Dio».

Barbara, ma come si fa nella vita di tutti i giorni a svegliarsi e semplicemente amare Dio, prendendo consapevolezza di Dio prima di ogni altra cosa?

È qualcosa che bisogna coltivare continuamente. Quando mi sveglio una delle cose che amo pensare è: «Questo è il giorno per dimostrare che Dio è l’unico potere e la sola presenza» per poi cercare le opportunità per farlo. L’ultima frase del paragrafo citato prima è interessante: «Gli scopi che perseguiamo e lo spirito che manifestiamo rivelano il nostro punto di vista e mostrano ciò che stiamo conquistando». Ciò che stiamo conquistando! E cosa sono gli scopi che perseguiamo? Leggendo queste parole ci vengono spesso in mente degli scopi materiali, ma io li intendo più come degli obbiettivi.

Qual è lo scopo di ciò che farò nella mia giornata? Quello di glorificare Dio? Di cercare la bontà in qualcuno che sta esprimendo impazienza? Agisco in base a un sincero senso di amore incondizionato? Non sono il genere di cose di cui potremmo dire «Bene, ho raggiunto il mio scopo» oppure «No, non ce l’ho fatta». Sono cose che si coltivano tutti i giorni e di cui si fa tesoro, e quindi continuo a far riferimento a queste idee che Mary Baker Eddy ci ha dato, sforzandomi di imparare sempre di più.

Mi piace che tu abbia evidenziato come Mary Baker Eddy si facesse da parte dinnanzi a Dio. Aveva un senso acuto della presenza di Dio e della sua relazione con Lui, e quindi capisco che tu intenda dire che dobbiamo amare Dio attivamente e non adottarLo meccanicamente nella vita di tutti i giorni.

Un’allieva di Mary Baker Eddy disse che le prime parole che aveva sentito pronunciare da Mary Baker Eddy furono durante la recita del Padre Nostro. Ella recitò: « Caro Padre Nostro» invece del consueto «Padre Nostro». «Caro Padre Nostro», che dimostra la sua costante relazione e comunicazione con Dio—che Lui è un essere vivente (C. Lulu Blackman, We Knew Mary Baker Eddy, Edizione Ampliata, Vol. 1, pag. 133).

C’è stato un periodo nella tua pratica o nella tua vita di Scientista Cristiana in cui hai percepito tangibilmente la presenza di Dio in modo più profondo?

In realtà è successo prima che diventassi una Scientista Cristiana. La chiesa in cui sono cresciuta era sempre aperta, perciò tutti potevano entrare e pregare. Da ragazzina, un giorno che ero agitata per una qualche ragione, entrai nel santuario. C’era un’aria di santità, di riverenza in quel posto e percepii la presenza di Dio. Dio mi sembrò molto reale e quell’impressione è rimasta sempre con me. Tuttavia, cercai realmente di comprendere Dio perché, sebbene sentissi questa riverenza, non ero davvero sicura di chi fosse Dio o di cosa si trattasse. È questo che mi ha spinta ad approfondire la Scienza Cristiana. 

Grazie allo studio dei sinonimi di Dio, delle sue qualità, e poi grazie al Corso di istruzione primaria della Scienza Cristiana, Dio divenne molto reale per me. Credo che man mano che continuiamo a progredire nello studio e nella pratica della Scienza Cristiana, se non prestiamo attenzione la lettera potrebbe prevalere sullo spirito. Mary Baker Eddy afferma in Scienza e Salute: «Dio esprime nell’uomo l’idea infinita che continua a svilupparsi per sempre…» (pag. 258).

Sentire davvero questo sviluppo nelle cose di tutti i giorni ed anche attraverso la pratica è molto utile per liberare la gente dalla credenza in qualche problema che la ipnotizza e per insegnare come pagare per risolverlo. È sufficiente fare un passo indietro e mantenere un senso di pace, riconoscendo che Dio è presente. Nutrite questo amore per Dio, per incoraggiare la gente in tal senso. A volte mi richiamano e dicono: «Tutte quelle preoccupazioni, tutto quello stress, sono svaniti nel nulla quando ho cominciato a pensare ad amare Dio attivamente».

In un recente articolo, hai detto che nella Scienza Cristiana abbiamo familiarità con le argomentazioni—argomentazioni mentali—che si fanno in favore dei fatti spirituali. Si esamina la verità e si arriva a negare la falsa evidenza, il modo di pensare erroneo. Però hai detto che in definitiva non sono le argomentazioni che guariscono. [Vedi «Understand, be firm, and yield!» Luglio 2013, The Christian Science Journal.] 

Infatti, non lo sono. Mary Baker Eddy disse che non personalmente non argomentava, ma si era resa conto che era l’unico modo di aiutare le persone a raggiungere un certo livello di consapevolezza di Dio e di capacità di cedere il passo a Lui, perché non è la mente umana che guarisce. Non lo è mai stata e mai lo sarà, ma è certamente necessario spingere il pensiero alla consapevolezza di Dio e che Dio solo è la potenza, la presenza vivente che tutto muove, e che non c’è altro potere. Nulla può opporsi a Lui, e quando riusciamo a capirlo possiamo tranquillamente rinunciare alle argomentazioni. A volte qualcuno insiste troppo con le argomentazioni e allora gli chiedo: «Ciò che dici è meraviglioso, ma hai mai pensato soltanto di fermarti e riflettere su ciò che stai argomentando?»

L’altro giorno stavo dicendo a una persona: «E se avessi un amico, esempio perfetto d’integrità, amore e tutto ciò che è bello nel carattere umano, e d’improvviso circolasse ogni sorta di calunnie sul suo conto, che faresti»? La prima risposta è stata: «Ebbene, non ci crederei perché conosco quella persona». Gli ho replicato: «Ma che altro potresti fare? Prenderesti le sue difese e faresti emergere la verità? Questo è ciò che dobbiamo fare mentalmente con Dio, perché per il genere umano Dio ha una pessima reputazione».

Sta circolando ogni sorta di bugia nei confronti di Dio, della Sua creazione, della Sua sollecitudine per le persone e via dicendo. Dobbiamo lottare mentalmente per la Verità. E allora, invece di argomentare per avere questa guarigione o per correggere quella situazione, o quel che sia, sostenete soltanto la Verità e accrescete la reputazione di Dio fra gli uomini. E quando lo fate mentalmente e sentite che vi state liberando da tutte quelle preoccupazioni e paure, ecco che allora avviene la guarigione. E anche gli altri sentono la stessa cosa. 

Diciamo che sei l’unico Scientista Cristiano della tua famiglia. I tuoi amici non sono Scientisti Cristiani e vivi in una comunità dove c’è ben poco che abbia a che fare con la Scienza Cristiana. Ti sentirai molto solo, finché non comprenderai che non è necessario convincere tutti a essere Scientisti Cristiani. Potrai condividere se sarai guidato a farlo, ma se solo lo vivi, quell’amore si sente—e non solo mentalmente; porta alla guarigione. A volte le persone rimangono assai sorprese e mi chiedono: «Ma che cosa hai fatto»? 

È certamente necessario spingere il pensiero alla consapevolezza di Dio e che Dio solo è la potenza, la presenza vivente che tutto muove, e non ce n’è nessun’altra.

Hai menzionato tante volte la Scienza Cristiana, e mi prendo una piccola pausa per chiederti: che significato ha per te la Scienza Cristiana? 

Ho un ufficio in centro città a Toledo. C’è una porta di vetro per accedere alla portineria con su il mio nome e ci ho aggiunto «Practitioner della guarigione della Scienza Cristiana» invece di «Practitioner della Scienza Cristiana», perché quando penso alla Scienza Cristiana, penso alla legge di Dio che praticava Gesù, ma se la gente legge «Practitioner della Scienza Cristiana» penseranno più a una denominazione. Vero, Mary Baker Eddy ha fondato una chiesa, ma non ha scoperto una chiesa. Ha scoperto la Scienza Cristiana, le leggi divine di Dio che Gesù praticava. 

Quando arriva gente al mio piano, su cui si trova anche un ufficio che gestisce i contenziosi fallimentari, a volte va un po’ in giro e vede la porta del mio ufficio. Bussa o entra direttamente e mi chiede: «So che significa Cristiano e sono interessato alla guarigione, ma perché Scienza?» ed io rispondo semplicemente: «Sono le leggi di Dio che praticava Gesù e che ci sono state tramandate dalla Bibbia, ed io ho imparato come fare per comprenderle». 

Qualche volta parlo loro del libro di testo, racconto che lo leggo da oltre cinquant’anni, che mi aiuta a comprendere le leggi che si trovano nella Bibbia e che in tutti questi anni non ho mai avuto bisogno di cure mediche né non ho preso una pillola. Mi guardano e mi dicono: «Oh mio Dio!» e gli rispondo: «Se vi fa piacere, siete i benvenuti a prendere una copia di questo libro». Non dicono mai di no. Sì, sono proprio le leggi di Dio. Non c’è niente di misterioso, ma queste leggi vanno comprese con il libro di testo.

E il libro di testo è Scienza e Salute, il testo basilare di Mary Baker Eddy che hai citato prima.

Proprio così. La Scienza Cristiana non è un’invenzione umana. Tanta gente, nel corso dei secoli, è guarita grazie alla preghiera, ma Mary Baker Eddy non era soddisfatta di un semplice: «Sono guarita, e so bene che è avvenuto grazie alla preghiera». Mi colpisce molto o che abbia passato i tre anni successivi alla sua prima guarigione ponderando le leggi bibliche. Sentiva che la Bibbia è davvero la Parola vivente di Dio e che le stava parlando. È quindi possibile dimostrare queste leggi.

Chiunque sia aperto alla comprensione di queste leggi, lo è anche alla loro dimostrazione nella propria vita, ed è questo che ho subito scoperto quando ho incominciato a studiare Scienza e Salute. E non è mai finita. È un apprendimento che dura tutta la vita perché le leggi infinite di Dio sono sempre nuove. Mi piace paragonarle alle leggi della matematica. Sono leggi stabilite che ci sono sempre state e che quindi non possono essere contestate. Vanno solo capite e poi applicate. E i modi in cui queste leggi matematiche possono essere utilizzate per trovare soluzioni, sono illimitati. Esistono anche le leggi della musica, ci sono sempre state e sempre ci saranno. Nessuno potrà mai dire: «Mi spiace, non si può più comporre musica nuova. L’abbiamo esaurita tutta!» 

Le leggi di Dio sono così. Non c’è un solo problema—non importa da quanto tempo vada avanti o di che natura sia—che non possa essere corretto una volta comprese le leggi di Dio. Tutto ciò che è discordante, distruttivo o limitato è semplicemente una mancanza di comprensione.

Non c’è un solo problema—non importa da quanto tempo vada avanti o di che natura sia—che non possa essere corretto una volta comprese le leggi di Dio.

Una cosa di cui parla spesso Mary Baker Eddy, ed è insegnato attraverso le Lezioni Bibliche della Scienza Cristiana, è il controllo del magnetismo animale. Per fare un esempio, una delle Lezioni Bibliche si intitola proprio: «Antica e moderna negromanzia, alias il mesmerismo e l’ipnotismo, denunciati». Io preferisco intitolarla: «Come non farsi ingannare». Il magnetismo animale è l’inganno che ci fa credere a qualche discordanza, a qualche evidenza fisica, a qualche senso di limitazione, e ne veniamo mesmerizzati—attratti come ci fosse un magnete nel nostro pensiero—e non riusciamo a liberarcene.

Ai tempi di Mary Baker Eddy, “magnetismo animale” era un termine conosciuto e usato comunemente. Era una forma di ipnotismo, e lei cominciò a capire che il male stesso era in realtà una suggestione.

Dunque, come resistervi? Ebbene, l’oro non è magnetico. L’oro, nel carattere umano, è la somiglianza divina che Dio crea nei Suoi figli. Lo custodiamo amorevolmente, in modo semplice, come l’amore di Dio, l’amore di quello che crea, l’amore che ama troppo Dio per lasciare che il nostro pensiero sia attratto da ciò che non è in accordo con la Sua bontà e il Suo amore. Qualche volta, la gente pensa che il magnetismo animale sia una cosa spaventosissima e che ci circondi tutto il tempo. Sembra così enorme, ma non è altro che un ammasso di zeri che sommati danno zero! 

Il rimedio consiste nel comprendere che in verità c’è soltanto una Mente, che è Dio, ed è una Mente buona, amorevole, e incondizionata nel suo amore. Ciò significa che non devo trattare il pensiero altrui ma solo il mio, e metterlo in consonanza con l’amore di Dio. 

Dobbiamo quindi metterci in comunione quotidiana con Dio, amarLo, lasciare che guidi il nostro pensiero, nutrire quell’idea affinché Dio sia per noi una presenza vivente. Scienza e Salute dichiara: «In ogni momento e in tutte le circostanze, vinci il male col bene» (pag. 571). A volte pensiamo: «Ogni momento, tutte le circostanze, vinci il male», e crediamo che dobbiamo vincere il male come se fosse una grossa realtà, ma lei ci dice: «Vinci il male col bene». E allora lasciamo che il bene domini il nostro pensiero, rendiamoci conto che Dio è il bene—non soltanto un Dio buono, ma un Dio che è il bene stesso.

Qualunque appaia essere il problema da affrontare, calmate il pensiero e ricordatevi di Dio. Lasciate che sia Dio a dirvi la verità. Ora, potremmo pensare: «Ok, ma non so se conosco tutta la verità», ma in realtà includiamo in noi ogni idea che la Mente divina esprime perché siamo «l’idea composta di Dio, che include tutte le idee giuste», come dichiara Mary Baker Eddy a pag. 475 di Scienza e Salute nella risposta a «Che cos’è l’uomo?» Quando vengo messa alla prova da qualcosa, calmo il pensiero e dico: «Va bene, non conosco adesso la risposta, ma in quanto idea spirituale di Dio non c’è nulla di cui non possa conoscere la verità. Il Dio che tutto sa me lo rivelerà». E presto arriva la risposta che non avrei mai immaginato e non posso far altro che dire: «Grazie, Dio»!

Facciamo che il bene domini il nostro pensiero, rendiamoci conto che Dio è il bene—non soltanto un Dio buono, ma un Dio che è il bene stesso.

Doveva per forza provenire da Dio; non è venuta dalla tua testa.

Esatto! Mary Baker Eddy  dice anche: «Conosci te stesso, e Dio ti darà la saggezza e l’occasione di riportare una vittoria sul male» (Scienza e Salute, pag. 571). A volte, riflettendo sulla vostra personalità umana, vi dite: «Non so se mi voglio conoscere». Ma quello che in realtà sta dicendo l’autrice è: «Sappi chi sei veramente. Parti dalla tua vera identità —parti da quello che Dio ti sta rivelando di te». 

Dio ci conosce soltanto come Suo riflesso e quindi come un lago in una notte tranquilla senza la minima brezza, come fossimo uno specchio che riflette tutto il bello attorno a sé. Dobbiamo far sì che il nostro pensiero sia altrettanto tranquillo. Allora conosceremo noi stessi in quanto riflesso di Dio. Leggiamo anche: «Se sarai rivestito della panoplia dell’Amore, l’odio umano non potrà raggiungerti» (Scienza e Salute pag. 571). Sappiate soltanto che siete rivestiti dell’Amore, non quello umano—non il mio—ma l’amore di Dio che tutti riflettiamo.

Alla stessa pagina dice anche: «Il cemento di un’umanità più elevata unirà tutti gl’interessi nell’unica divinità». Ecco cos’è veramente il progresso nella Scienza Cristiana: la gente che riesce a comprendere cos’è Dio, perché quando si capisce cosa Dio è veramente, non si oppone più alcuna resistenza alla Scienza Cristiana.

E così, il «cemento di un’umanità più elevata» è quel riflesso dell’Amore in qualsiasi contesto ci si possa trovare. Immaginiamo di avere un problema fisico su cui stiamo lavorando e che è visibile agli altri. Se siamo davvero preoccupati di quello che gli altri possano pensare, se ne accorgeranno immediatamente. Ma se abbiamo dentro di noi questo senso pacifico della presenza e del potere di Dio, saranno realmente stimolati a percepire la nostra sicurezza che il problema si risolverà, e questo frenerà la loro resistenza. Questo è un aspetto importante dell’amore per Dio.

Perché gli Scientisti Cristiani si affidano esclusivamente alla preghiera, o in genere non fanno ricorso alla medicina? Qual è la ragione?

Vorrei, prima di tutto, mettere bene in chiaro che la Chiesa non impone ai suoi membri cosa possano o non possano fare. La Chiesa non vi dirà mai: «Non puoi prendere medicine se vuoi essere uno Scientista Cristiano o membro di questa Chiesa». Non è assolutamente così, tutto dipende dalle scelte individuali. Dunque, perché ho fatto questa scelta?

Perché non ho mai avuto necessità di fare altrimenti! Faceva al caso mio. Ciò non vuol dire, però, che tutte le mie guarigioni e le risoluzioni di tutti i problemi che ho avuto, siano sempre state istantanee e cioè senza sforzo. So tuttavia che se «l’Amore divino sta divenendo più vicino, più caro e più reale» per me, il mio pensiero sta divenendo sempre più consapevole della totalità di Dio e del fatto che Dio non permette al male di esistere. Può sembrare una cosa strana da dire a chi non ha familiarità con la Scienza, ma è come dire che la luce non permette che sia buio. Dove c’è luce, non c’è oscurità.

E la natura di Dio è pura luce, puro Amore.

Quindi, anche quando il problema appare difficile, dobbiamo persistere e preoccuparci di più di amare Dio che del problema. C’è un inno che si conclude con queste parole: «D’ora in poi la mia grande preoccupazione sarà di amarTi e lodarTi di più» (John Ryland, Innario della Scienza Cristiana, n. 224). Credo sia davvero d’aiuto, perché smuove il pensiero dalla preoccupazione per un problema e lo porta ad amare di più Dio, a vivere le seguenti parole di Mary Baker Eddy: «Se l’Amore divino sta divenendo per noi più vicino, più caro e più reale, allora la materia sta arrendendosi allo Spirito» (Scienza e Salute, pag. 239).

Se il vostro pensiero si sta avvicinando di più a Dio, se Dio sta diventando più reale per voi, l’errore sta allora diventando una preoccupazione minore.

È proprio quello che succede! Non è necessario esaminare la materia, o il problema quale che sia, per accorgersene. Se il vostro pensiero si sta avvicinando di più a Dio, se Dio sta diventando più reale per voi, l’errore sta allora diventando una preoccupazione minore, meno reale, per poi sparire del tutto dalla vostra testa. Dimenticherete che c’era un problema e coerentemente con tutto ciò direte: «Oh mio Dio! Me ne sono completamente dimenticato», e la guarigione è avvenuta.

Allora, rispondendo alla domanda di prima «Perché ci affidiamo alla preghiera per guarire?» ci si può chiedere: «Ma qual è il nostro obiettivo»? L’obiettivo, per uno Scientista Cristiano, non è quello di conoscere e amare Dio più intensamente? E l’esperienza non ha confermato che la malattia sotto tutti gli aspetti è sempre mentale? Non è mai fisica.

Giusto. Lo considero un modo per lavorare alla mia salvezza con il Cristo, Verità, messo in pratica da Gesù, per diventare più simile a Dio. Non è solo questione di essere una persona migliore, benché questo ne costituisca una parte importante. È l’amore di Dio che risplende in tutte le cose. E questo rende la vita molto più piacevole e degna di essere vissuta.

Significa trovare la soluzione con Dio, piuttosto che trovare un aggiustamento temporaneo suscettibile di effetti collaterali poco piacevoli. Gli unici effetti collaterali della Scienza Cristiana che abbia mai trovato sono un miglioramento del carattere, una maggiore pace mentale, più armonia nelle mie relazioni e così via.

Se ne trae un grande beneficio, ben oltre la mera soluzione del problema. È una cosa di cui non vorrei mai fare a meno. Ho sentito persone dire: «Non so proprio come vivrei senza la Scienza Cristiana», perché ha significato così tanto per loro.

Barbara, hai anche detto che oggi, nel mondo, forse si valuta il progresso della Scienza Cristiana non tanto dalle dimensioni delle chiese, quanto dallo stato di avanzamento del pensiero dell’umanità sul piano di una migliore comprensione di Dio. Da questo punto di vista, ci rendiamo conto di quanta strada abbiamo fatto se confrontiamo il pensiero di oggi con l’idea che avevamo di Dio un secolo fa…

In tutti i campi, dalla teologia alla medicina, notiamo che viene data molta importanza alla materialità, ai farmaci materiali, alla chirurgia correttiva e tutto quel genere di cose, ciò nonostante esiste anche una corrente di pensiero che vuole approfondire l’aspetto mentale della guarigione.

Tanti anni fa, quando vivevo nel Minnesota, il Comitato di Pubblicazione della Scienza Cristiana, che lavora coi media per la corretta comprensione della Scienza Cristiana, venne a parlare nella nostra chiesa filiale e ci disse: «Pensiamo che nella nostra chiesa ci siano due culti alla settimana, uno di domenica e l’altro di mercoledì, ma io penso che ce ne sia uno solo diviso in due parti. La domenica abbiamo la presentazione delle leggi di Dio, la verità assoluta riguardo a Dio e all’uomo e la nullità del male, il mercoledì ne abbiamo la dimostrazione. Si dà la propria testimonianza di guarigione e si racconta come queste leggi siano state messe in pratica».

Quindi non si può dire: «Vado in chiesa la domenica ma non il mercoledì». La Scienza Cristiana non è solo la spiegazione della verità di Dio, ma è anche la capacità di dimostrarla. Ho letto un articolo in uno dei nostri periodici in cui l’autore dichiarava: «Mi piace conoscere Dio». E ho pensato fra me e me: «Io amo imparare da Dio».

Pensai fra me e me: «Amo imparare da Dio».

Sapere che Dio ci parla direttamente e che ci dà delle idee fa parte dell’essere in comunione con Lui. Non è tanto questione di dirsi «Devo leggere in continuazione la Bibbia, Scienza e Salute e i periodici». Siamo certamente grati di poterne disporre, ma dobbiamo proprio leggerli in continuazione e memorizzarne le citazioni? Perché non pensare: «Mi piace. È Dio che mi sta parlando. Con questa lettura mi sta offrendo una comprensione nuova, che mi accompagnerà per tutta la giornata». 

Così ci vengono idee che mai e poi mai avremmo immaginato. Mi è successo tante volte. Sono al telefono con qualcuno che mi parla delle sue difficoltà, di quello per cui vuole che io preghi, e penso: «Dio, ho bisogno di una risposta». In generale, non parlo a lungo coi miei pazienti perché so che è la Parola di Dio con cui sto pregando che li guarisce, ma desidero comunque rispondere in modo amorevole per aiutarli ad alleviare le loro paure. Finisco per dire qualcosa, metto giù il telefono e penso: «Grazie Dio! A questo non avevo proprio pensato».

È proprio una meravigliosa comunione quotidiana. E che dire del progresso della Chiesa? Proprio come possiamo rimanere ipnotizzati dai nostri problemi personali, potremmo far caso a quanta gente viene in chiesa e dice: «Cinquant’anni fa questa chiesa aveva un bel numero di persone, mentre adesso siamo rimasti in pochi». Non c’è niente di rilevante in questi numeri, che non dicono nulla del modo in cui il lievito della verità sta operando nella coscienza umana. 

In Africa le congregazioni sono forse più ampie, più gente va alle conferenze, ma vuol forse dire questo che la Scienza Cristiana si sta diffondendo in altri paesi e perde importanza negli Stati Uniti? Se si presta attenzione a tutti questi dati umani, è facile andare in confusione e preoccuparsi per il movimento della Scienza Cristiana, ma Mary Baker Eddy fu così saggia da rammentarci di non misurare il progresso in base alla quantità. 

Per esempio, in uno dei nostri culti del mercoledì, ci fu la testimonianza di una persona che stava fronteggiando problemi a casa come infiltrazioni dal tetto, l’allagamento della zona doccia e altro. Come farvi fronte? Un’altra persona stava curando l’eredità immobiliare di un suo caro e si stava chiedendo come procedere.

Entrambi sentivano questo senso di pace che li portava a dire: «Smettiamo di preoccuparci e di dar retta a tutti gli “e se…”. Calmiamoci e lasciamo spazio alle idee. Dio mi mostrerà quando e quali passi fare. È tutto sotto controllo». Così pensai: «Ecco il lievito della Verità; è il Cristo vivente che parla alla coscienza umana». Quando queste persone si trovano nella comunità, si sente. Il progresso non può essere valutato in base a segni esteriori, ma appare nella guarigione, come è successo a loro.

Non fa alcuna differenza quanti fossero i membri della chiesa vent’anni fa. Tutto ciò che conta è chiedersi: «Che cosa facciamo con quello che abbiamo oggi»? Parlando della chiesa, Mary Baker Eddy ha detto un giorno che il concetto di chiesa è agire lavorando insieme [vedi Clifford P. Smith, «An interview with Mrs. Eddy» in «Permanency of The Mother Church and its Manual» La Società Editrice della Scienza Cristiana]. E così, se siamo in pochi ma abbiamo cara la nostra comunità, amiamo Dio e ci impegniamo a vivere questa verità, troveremo il modo di introdurre la Scienza Cristiana quando se ne presenterà l’opportunità, che sia promuovendo il programma Radio del Sentinel del momento o organizzando una conferenza. Un paio di settimane fa abbiamo organizzato una conferenza sulle relazioni umane e l’amore. Una donna che gestisce un blog sui fatti che avvengono nella comunità è venuta ad ascoltarla e ha poi scritto un articolo stupendo su come siano stati spazzati via i suoi pregiudizi sulla Scienza Cristiana e di quanto le sia piaciuto ciò che ha appreso. Questo è il lievito all’opera.

Mary Baker Eddy si prefigurava che tutta l’umanità si liberasse dalle credenze schiavizzanti dei sensi materiali.

Barbara, per chiudere il cerchio del discorso, mi piace molto come hai detto prima, che il progresso in realtà si valuta in noi stessi.

Nei nostri cuori.

E si potrebbe dire che il progresso si valuta in sostanza da questo amore più profondo per Dio?

È così.

Amo di più Dio? Sento di più l’amore che Dio ha per me? Posso misurare i miei progressi anche in base all’amore che mi spinge a interessarmi agli altri?

Decisamente sì. Questo è l’amore che fece sì che Mary Baker Eddy non si accontentasse della sua sola guarigione, ma che studiasse e comprendesse le leggi di Dio che la Bibbia le comunicava, per poterle trasmettere all’umanità. Quindi, il progresso della Scienza Cristiana non è solo questione di ciò che sta accadendo nelle nostre chiese. Mary Baker Eddy non si prefigurava che tutte le chiese diventassero chiese della Scienza Cristiana. Si prefigurava che tutta l’umanità si liberasse dalle credenze schiavizzanti dei sensi materiali, che negano la verità di Dio e conducono al peccato e alla malattia. Era ben consapevole di ciò che aveva scoperto. 

Stavo pensando, per esempio, al ministero di Gesù. Innanzitutto, Gesù ebbe l’umiltà di andare a farsi battezzare da Giovanni, e poi udì queste parole: «Tu sei il mio amato Figlio nel quale mi sono compiaciuto» (Marco 1:11). Essenzialmente, è lo stesso messaggio che Dio dà a ciascuno di noi: «Tu sei il Mio amato figlio (o figlia) nel quale mi sono compiaciuto». Dopodiché Gesù subì le tentazioni, che superò rimanendo fermo nel suo amore per Dio, nel suo rispetto di Dio, nel suo rifiuto di piegarsi alla tentazione di ottenere benefici materiali per glorificare se stesso. E infatti liquidò Satana—la menzogna e la falsa credenza—con un semplice «Vattene Satana, io adoro Dio» (vedi Matteo 4:10).

Quella non fu la fine, ma l’inizio del suo ministero. Così, e vale per ciascuno di noi, non penso che si possa veramente progredire nella Scienza Cristiana a meno di non incominciare a pensare di essere «nel ministero»; in altre parole, di avere a cuore il mondo intero. Se cercate soltanto di risolvere i vostri piccoli problemi, non andrete molto lontano.

Invece, potreste pensare: «Sono qui per dimostrare la legge universale di Dio, non per provare a qualcuno che la Scienza Cristiana guarisce, ma semplicemente per glorificare Dio, perché voglio che questo sia disponibile per tutta l’umanità ». È molto più sacro (per così dire) risolvere un problema sapendo che si sta dimostrando la legge universale di Dio. Questa malattia o questa disarmonia è irreale perché Dio è Amore. Egli è Tutto in tutto, la Verità universale. Questo vale per tutti e, quindi, vale per me.

Questo è il ministero! Quindi, che ti trovi in famiglia, in giro per la città o altrove, non ti sposti con il paraocchi pensando: «Non voglio vedere problemi, né sentirne parlare» oppure «Voglio essere sicura di riuscire a mantenere il mio sacro proposito, la mia propria unità con Dio». Si tratta soltanto di amare Dio, il bene. Ovunque si manifesti l’errore—che sia una cosa detta da qualcuno o una cosa che noti—afferma immediatamente: «Vedrò il bene proprio qui, perché Dio è proprio qui. Dio è il centro e la circonferenza dell’essere». E non ci sarà più spazio per alcunché al di fuori di Dio.

Può darsi che a fine giornata il risultato non ci soddisfi pienamente, ma è un processo di apprendimento. Più l’abbiamo a cuore e più avremo successo, e non lo facciamo di certo per la nostra gloria. Non lo facciamo solo per noi stessi o per la nostra chiesa, ma per l’umanità. Questo ministero è qualcosa che ciascuno di noi dovrebbe coltivare, e allora non saremo più stressati da quello che pensa la gente e da ciò che vediamo accadere nel mondo. Siamo qui per riflettere la bontà di Dio.

In modi diversi, potremmo dire che ogni problema che potremmo trovarci ad affrontare sia un tentativo di farci ripiegare su noi stessi e pensare in piccolo riguardo alla vita, riguardo a Dio.

Esatto.

E se ho capito bene, dici di continuare a rivolgerci a questo Dio infinito, amandoLo di più e rifiutando di richiuderci in noi stessi.

É proprio così. Gesù disse che dovremmo amare Dio con tutto il nostro cuore (vedi Matteo 22:37). Ciò significa che anche quando amiamo un’altra persona, l’amiamo in quanto figlia di Dio, e quindi amiamo Dio con tutto il nostro cuore. E, ovviamente, allo stesso tempo amiamo il nostro prossimo come noi stessi.

A volte si sente dire: «Non amo nemmeno me stesso, come faccio dunque ad amare il mio prossimo come me stesso?» e io replico: «Beh, se ami Dio con tutto il tuo cuore, tu sei quello per cui Dio ti ha fatto. Sei l’espressione dell’Amore, dell’Amore divino. Cosa c’è qui che tu possa non amare»? Quindi, se vuoi stare bene con te stesso e sentirti veramente amato, ama Dio.

Sii quell’espressione.

Ama la bontà che sta nel tuo vicino, ama la bontà che sta in colui che sembrerebbe non si possa proprio amare. Comprendi che lì c’è veramente amore, e se loro soltanto lo sapessero— se sapessero chi sono realmente—anche loro non farebbero altro che esprimere l’Amore. E questo dev’essere il ministero, perché se si tratta soltanto di amare la Scienza Cristiana perché è bello pensarci, non è abbastanza.

Fate sì che la vostra vita sia un ministero d’amore, e potrebbe svilupparsi fino a diventare una pratica di guarigione pubblica. Magari no, ma che siate imprenditori o che svolgiate lavori più umili, non fa alcuna differenza; in un modo o nell’altro ci si ritroverà sempre a contatto con la gente. Anche un lavoro che non richiede collaborazione con altre persone, può essere svolto a beneficio degli altri, e questo è amore. Quindi il vostro obiettivo è la maniera di pensare—il fine che perseguite e lo spirito dell’Amore che manifestate.

E questo ci riporta al tema iniziale: per progredire, lasciate che Dio vi guidi.

Sì.

Lasciate che l’Amore vi guidi.

In una sua reminiscenza, a pagina 549 di We Knew Mary Baker Eddy, William Rathvon cita le seguenti parole di Mary Baker Eddy: «La Causa non dipende dall’uomo o dalla donna, e Dio se ne occuperà». Mi piace questa affermazione, perché non intende in alcun modo affermare che non abbiamo nulla a che vedere con tutto questo, però dobbiamo lasciare che sia Dio a guidarci. Se pensiamo: «Devo fare questo» o «Dobbiamo far questo», «Se solo i membri della nostra chiesa facessero questo» o ancora «Se solo la mia famiglia facesse quella cosa», la Causa non dipende da tutto ciò. Sta a Dio guidare il mio pensiero e abbracciare la chiesa e l’umanità. Questo è progresso, e quando mettete il lievito nella pagnotta non potrete più tirarlo fuori. La Scienza Cristiana è stata impiantata nella coscienza umana. E sta facendo il suo lavoro.