Ti stai prendendo cura di te stessa?

Michelle Nanouche

Da L’Araldo della Scienza Cristiana – 1 settembre 2021

Originariamente pubblicato il 27 settembre 2013 nel blog Practice, Practice, Practice de The Christian Science Journal. 


Ecco la domanda che mi pose un’amica in un momento in cui mi sentivo completamente sopraffatta dal lavoro. Avevo appena intrapreso l’attività di practitioner della Scienza Cristiana e tutte le richieste di aiuto che ricevevo mi parevano delle responsabilità molto pesanti (i practitioner si dedicano agli altri, aiutandoli con la preghiera. Ciò presuppone un impegno a tempo pieno, per essere pronti e disponibili a pregare in qualsiasi momento). Il giorno in cui chiamai l’amica, avevo ricevuto di primo mattino due richieste di aiuto in preghiera a pochi minuti l’una dall’altra, ed ero andata nel pallone. Non avevo ancora cominciato a pregare dopo la prima chiamata che già era arrivata la seconda. Devo ammettere che la sua domanda: «Michelle, ti stai prendendo cura di te stessa?», mi irritò parecchio. Ma chi voleva prendere in giro? Prendermi cura di me stessa? Avevo persone per cui pregare, letti da fare, vestiti da lavare e non avevo avuto nemmeno il tempo di lavarmi i denti!

Andai in bagno brontolando, cercando di rimettermi in sesto, e mentre guardavo allo specchio la mia faccia disperata pensai: «Ho così tante cose da fare. Come faccio a prendermi cura di me stessa»? Come un lampo mi venne in mente il pensiero: «Puoi prenderti cura di te stessa in modo migliore se “sei immediata nel tempo e fuori dal tempo” (vedi II Timoteo 4:2, secondo la versione King James) e se non cessi “mai di pregare” (vedi I Tessalonicesi 5:17)»!

D’un tratto, compresi il motivo per cui mi sentivo così stressata. Quando avevo ricevuto la prima telefonata, avevo considerato il problema come una situazione terribile che stavo per gestire con la mia preghiera personale. L’avevo presa come una responsabilità, un peso, e una realtà. Non sentendomi ancora all’altezza del compito, mi ero trascinata quella «terribile realtà» fino in fondo al corridoio che stavo percorrendo per andare a fare il letto, pensando che avrei pregato con maggior concentrazione a breve, dopo aver svolto le mie faccende di casa. Ma poi era arrivata la seconda telefonata, e a quel punto avevo due «misere realtà» da affrontare con la preghiera.

Non c’è da stupirsi che mi sentissi subissata!

Riflettei quindi sul messaggio di essere immediati nel tempo e di non cessare mai di pregare.  Per come lo compresi, il senso era che l’immediatezza «nel tempo» è l’essere pronti a testimoniare della realtà spirituale quando tutto sembra facile; essere immediati «fuori dal tempo» significa essere pronti a testimoniare della realtà spirituale quando le cose si fanno difficili. Il lavoro, comunque, non cambia mai. Non cessare mai di pregare vuol dire impegnarsi a essere un testimone permanente della realtà spirituale. La testimonianza spirituale mediante la preghiera, è l’attività più rapida, più facile e meno gravosa al mondo quando ci rammentiamo che la preghiera non cambia la realtà o i fatti del caso che stiamo trattando. È un’attività che ci apre ai fatti spirituali e ci fa immediatamente sapere come e perché tutto va bene. La preghiera può essere una risposta efficace e immediata a una richiesta di aiuto, quando ci prendiamo cura di noi stessi rivolgendoci direttamente a Dio, Amore divino, adottando una prospettiva divina che guarisce. Grazie a questo chiaro senso del mio lavoro, fui in grado di trattare quei due casi con successo.

Il mattino seguente ricevetti dieci chiamate di fila che, il giorno prima, non mi sarei mai potuta immaginare. Il giorno precedente non sarei sopravvissuta a tutte quelle chiamate! Ma adesso ero pronta, fui immediata e riuscii a trattare ogni caso con successo.

Inoltre i denti furono lavati e i letti fatti.

Qualunque sia il nostro lavoro, qualunque siano le esigenze, ognuno di noi può prendersi cura di se stesso consentendo a Dio di accollarsi ogni momento della giornata.

Ecco una grande preghiera per incominciare la giornata essendo «immediati»:

Prendi la mia vita, e fai che sia,
      consacrata a Te, Signore.
Prendi tutti i miei istanti e i miei giorni,
     falli scorrere in lodi incessanti.
Prendi le mie mani, e falle muovere
     secondo l’impulso del Tuo amore.

Prendi i miei piedi, e fai che siano
     rapidi e belli per Te.
Prendi la mia voce, e fammi cantare
     sempre, e solo, per il mio Re.
Prendi le mi labbra, e fai che siano
     colme dei Tuoi messaggi.

Prendi tutti i miei pensieri, da usare
     nel modo che Tu sceglierai.
Prendi il mio amore; O Signore, io depongo
     ai Tuoi piedi i suoi tesori.
Io sono Tuo, e sarò
     per sempre, e soltanto, tutto per Te.

(Frances R. Havergal, Christian Science Hymnal, n. 324)