Protezione

BASIL JOHN HARGREAVES – Da L’Araldo della Scienza Cristiana – 6 maggio 2021 – Originariamente pubblicato sul numero del 3 ottobre 1964 del Christian Science Sentinel


«La vera immunità … è il fatto che il bene è l’unica parte che c’è»

Nella Bibbia leggiamo: «Chi dimora nel riparo dell’Altissimo, riposa all’ombra dell’Onnipotente» (Salmi 91:1). Molte persone ritornano a questo versetto in momenti di stress e pericolo, e cercano e ottengono protezione, ma il suo significato più profondo implica un senso di protezione che si estende ben oltre la protezione da una minaccia specifica. Piuttosto, promette l’immunità totale dalle condizioni che l’esistenza mortale cercherebbe di imporci.

La ragione di questa totale immunità è questa: siccome «il riparo dell’Altissimo» è l’unica vera dimora dell’uomo, a somiglianza di Dio, di fatto egli non può dimorare in alcun altro luogo. Non è quindi esposto all’esistenza mortale, poiché tutta la Vita che esiste o che può esistere è l’Altissimo, o Dio. Né la Vita, che è Dio, né l’idea della Vita, che è l’uomo, sono mai entrate o potranno mai entrare nella convinzione errata limitata, circoscritta e finita della vita definita come esistenza mortale.

Nel suo libro «Miscellaneous Writings», Mary Baker Eddy afferma: «Le Scritture dichiarano che la Vita è l’infinito IO SONO, non un abitante della materia» ( p. 189 ). Questo «infinito IO SONO» costituisce l’intero Essere, e l’uomo non ha altra vita che l’IO SONO, perciò non è nemmeno «un abitante della materia».

Questo, quindi, è il punto di partenza per colui che studia la Scienza Cristiana, ed egli rende pratica questa affermazione smettendo di identificarsi in qualsiasi momento con il mortale e affermando che l’IO SONO infinito è l’unica Vita che abbia mai avuto e l’unica Vita che ha adesso. Per lui l’esistenza è spirituale ed è quindi uno stato di coscienza, non lo stato di una struttura fisica. Egli sa di doversi preoccupare di ciò che accetta come coscienza, poiché è questo che determina la sua esperienza. Egli dimostra che quando il pensiero dimora nel «riparo», cioè quando la coscienza riflette la Mente che è Dio, questo agisce come una legge di protezione, armonia e normalità per la sua esperienza. Perché? Perché vive coscientemente in un luogo in cui le condizioni mortali non sono applicabili.

L’immunità non è quindi una semplice protezione da determinate condizioni mortali. La vera immunità preclude tali condizioni mortali. È la realizzazione della totalità dell’infinito IO SONO che vieta un’alternativa. Non si tratta solo del bene che sta dalla nostra parte; è il fatto che il bene è l’unica parte che esiste. La premessa del male è che ci sia un potere o una vita separata da Dio, il bene. Non dovremmo mai accettare questa premessa per poi cercare di scongiurarne gli effetti conseguenti. La premessa e i suoi effetti sono tutti’uno, e sono integralmente preclusi dalla totalità del bene.


Uno Scientista Cristiano si trovava in un villaggio turistico allo scoppio di un’epidemia. Pensandoci, capì con chiarezza che non aveva senso accettare la credenza di essere stato esposto al contagio e poi rivolgersi alla Scienza Cristiana come una sorta di talismano per tenere lontani gli effetti dovuti a tale esposizione. Invece, riconobbe mentalmente il fatto che, essendo il riflesso dell’infinito IO SONO, «non era un abitante della materia».

Capì che colui che dimora nell’Altissimo non può mai aver vissuto nella mortalità e che colui che risiede nel bene non ha mai risieduto nel male né, di conseguenza, è mai stato esposto ad esso. Lo Scientista comprese che la sua immunità si fondava sul fatto spirituale di non essere mai stato esposto al contagio. Quando qualcuno faceva commenti sul fatto che avesse trascorso le vacanze in un luogo colpito dall’epidemia, dentro di sé riconosceva: «Non stanno parlando di me, perché io non sono mai stato lì!» La protezione si trovava nella sua corretta identificazione del sé.

A volte diciamo di fare quello che definiamo un «lavoro di protezione» per varie situazioni, e in effetti a volte può essere necessario confutare specificamente un errore che si presenta con insistenza. Ma l’atteggiamento mentale di proteggersi da una miriade di possibili pericoli non è solo laborioso, ma anche incerto, poiché sarebbe molto facile perdersi qualcosa a cui non si è pensato!

In effetti, qualunque sia la forma assunta da una menzogna, e per quanto molteplici siano i suoi travestimenti, fondamentalmente si tratta sempre di una stessa menzogna: la premessa che esistano vita o potere separati da Dio. Questa menzogna viene trattata attraverso il consapevole riconoscimento che la Vita è Dio, la cui grandezza non può essere confinata nella mortalità, la cui bontà non può conoscere il male e la cui infinità non può permettere un’alternativa. Così riposiamo nella nostra comprensione cristica della totalità del bene. Come dice Mary Baker Eddy nel suo libro «Pulpit and Press», [Pulpito e stampa] ( p. 4 ): «Chi vive nel bene, vive anche in Dio, – vive in tutta la Vita, attraverso tutto lo spazio». Ecco come e dove viviamo, ed è questo che costituisce la nostra protezione.